L’articolo intende esaminare a fondo i temi e problemi esposti da Boezio nel De hebdomadibus al fine di mettere in luce la singolare soluzione presentata dall’autore al problema logico, teologico, teoretico e metafisico sulla natura della bontà degli enti. Essi infatti devono dirsi buoni per sostanza e non per accidente e tuttavia occorre preservare la differenza ontologica rispetto al primo bene. L’articolo evidenzia quanto Boezio, seppur erede e debitore di più tradizioni culturali e filosofiche (aristotelismo, platonismo, neoplatonismo, neopitagorismo, paganesimo, cristianesimo), risulti assolutamente originale. Proprio grazie a tale originalità il filosofo romano riesce a risolvere l’intricato problema applicando quella che può essere definita come una logica dell’“inerenza relativa” o della “partecipazione assoluta”. Essa permette a Boezio, fuori da ogni tipo di contraddizione, di poter affermare che le sostanze sono buone per sé pur non essendo buone da sé.