«Questo foglio, questa penna, questa stanza, questi colori, suoni e sfumature e ombre delle cose e dell’animo sono eterni». Questa affermazione del filosofo Emanuele Severino si fonda sulla pura ragione, libera dall’ottundimento nichilistico in cui versa l’Occidente. Il tentativo di questo libro è di illustrare quanto possa essere sensato pensare ciò che nessuno mai oserebbe pensare, quanto sia affascinante credere che ogni cosa è connessa a ogni altra e che proprio grazie a tale intreccio è possibile trovare un nuovo significato del tempo e dell’eternità. È in questa tesi dell’eternità di tutte le cose, dell’impossibilità di ogni cosa di venire dal nulla e finire nel nulla – perché semplicemente il nulla non è – il fascino inconfondibile dell’opera di Severino, un fascino che questo libro cerca di restituire, pur senza cadere nella sua rete ammaliante, al fine di tenere vivo il vaglio critico che temi di così alta levatura filosofica, e di grande bellezza, necessariamente richiedono.